Per chi lavora nel terziario, in ambienti di lavoro complessi o per chi è addirittura un libero professionista e si trova stretto costantemente tra richieste assurde o deadline settimanali è normale ogni tanto avere desideri di fuga!

L’anno sabbatico è il must a cui spesso i nostri pensieri volano, quando ci troviamo in difficoltà: mollo tutto e ci vediamo tra un anno!

12 mesi fa mi trovavo esattamente in questa situazione

Non so bene dove sto andando, dico di sì a tutto, ma poi mi sembra di perdere tempo in attività che non mi porteranno lontano

È stato un periodo complesso, dopo 7 anni di lavoro a testa bassa ero arrivato ad un momento di pausa. Si stava chiudendo naturalmente un ciclo, ma non me ne stavo accorgendo.

Non pensavo fosse un problema per me ma una serpeggiante stanchezza mi assaliva ogni sera e faceva sì che passassi un sacco di tempo sdraiato, a sfondarmi di serie o a cucinare.

E nonostante non facessi praticamente nulla, la mattina era sempre uno sforzo incredibile svegliarsi.

Nulla mi piaceva, la città, le persone, il lavoro, e -campanello d’allarme- i miei side-project o le idee random che partorivo mi sembravano misere e poco interessanti.

Gli alberi possono fare degli anni sabbatici?
Non sei un albero!

Una delle citazioni che preferisco recita

If you don’t like where you are, move!
You’re not a tree
_ Jim Rohn

(trad.: Se non ti piace dove sei, muoviti! Non sei un albero)

E quindi ho deciso che era tempo di muoversi.

Non potevo permettermi un anno sabbatico e quindi ne ho immaginata una versione ridotta: il Mese sabbatico, una esperienza che mi ha aiutato tantissimo e che ha ancora (a quasi un anno di distanza) un sacco di effetti positivi sul mio lavoro.

Premessa:

sono in una posizione lavorativa privilegiata, da diversi anni infatti sono un libero professionista, ed ho una piccola società con un socio. In teoria questo dovrebbe metterci in difficoltà quando decidiamo di prenderci delle ferie, ma in verità abbiamo imparato a coprirci le spalle a vicenda abbastanza bene.

Tu cosa sei?
Se sei un libero professionista sono sicuro che puoi seguire le mie orme, se sei un dipendente continua comunque a leggere troverai un box più in basso in cui ti do alcune dritte per adattare l’articolo anche per te.

L’anno scorso il mio socio era appena rientrato da un bel viaggio di oltre un mese, quindi anche io avevo un po’ di spazio per immaginare un viaggio, la prima domanda è quindi stata:

Quando partire?

Come prima cosa ho verificato quanto tempo potevo essere assente dal lavoro senza mettere seriamente in difficoltà il nostro business.

Noi facciamo consulenza, sia online che di persona, dovevo quindi evitare di scegliere un periodo in cui fossero già fissati dei momenti di formazione o consulenza.

Ho preso il calendario (iCal) ed ho guardato l’anno precedente quello in corso ed ho scoperto che il mese di luglio era perfetto, non avevamo fatto corsi o riunioni durante tutto il mese, e la maggior parte del lavoro era stata semina per il periodo autunnale, un lavoro che si poteva tranquillamente fare anche in remoto.

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Per decidere quando andare quindi devi chiarirti come lavori, le tipologie di attività che svolgi durante l’anno. Ce ne sono alcune che possono essere fatte anche da remoto? Senza che tu sia fisicamente presente?

La seconda verifica, sempre sulle attività, è: che tipologia di lavoro richiedono? Possono essere evase anche con un’ora di attività intensa? Nel mio caso trattandosi per la maggior parte di rispondere a mail e mandarne di nuove o fare ricerca online la risposta era sì.
Se avessi dovuto consegnare un nuovo sito o una presentazione avrei avuto più difficoltà.

Poi scegli un periodo che sia almeno a 3 mesi di distanza da oggi!

La mia scelta è caduta su un periodo di 3 settimane durante il mese di luglio.

Dove andare?

La risposta veloce è: in un posto in cui ci siano tante cose da fare e tante persone da incontrare che sono chiave per la tua creatività.

La risposta razionale è: dipende da quanto budget hai, da quali lingue parli, da che mezzi di trasporto ami o temi, dalla stagione che hai scelto.

La risposta sicura è: vai in un posto in cui i mezzi pubblici funzionino ed in cui tu ti possa muovere facilmente (eviterei l’Anatolia centrale ad esempio), e un posto che non visiti spesso o in cui non sei mai stato (niente casa dei tuoi genitori per intenderci).

Cerca un luogo infine in cui sia possibile poter lavorare in caso di emergenza e che sia coperto dalla connessione internet.
Non è un Mese eremitico è un Mese sabbatico!

La Cappadocia, bella ma non ideale..
La Cappadocia, bella fresca ma non ideale..

Cosa fare durante il Mese sabbatico?

Ripeti con me: non è un mese di vacanza, non è un mese di vacanza.

Ripeti a te stessa: lavorerò a distanza, lavorerò a distanza.

Durante il Mese sabbatico si fa una cosa: il Fantaprogetto!
Ovvero un mini-progetto perfetto per quel posto e quel periodo.

Cos’è un Fantaprogetto.

Sia nella nostra testa che in quella di altri ci sono sempre un sacco di obiezioni al periodo sabbatico.

Stai perdendo tempo!

È rischioso per la tua vita professionale!

Sei un egoista!

Sono obiezioni giuste ma spesso irrazionali, basate su paure che noi o chi ci fa queste critiche sente. Per spazzare via queste paure una volta per tutte la tecnica da usare è quella del Fantaprogetto.

Il Fantaprogetto è un progetto creativo mediamente inutile ma che ti piacerebbe tanto poter fare.

Alcuni esempi:

  • una ricerca fotografica dei playground di Brooklyn;
  • una serie di interviste a giornalisti che fanno i corrispondenti dal Medio Oriente;
  • un tour di paesini coloniali abbandonati alla ricerca dei tracciati urbanistici originali;
  • un video che racconti ricette tradizionali e straniere di una città.

A seconda del tuo campo di professione se ne possono immaginare infiniti!

Il Mese sabbatico è un momento di chiarezza e crescita, quindi è utile scegliere di fare ricerca per conoscere guru del tuo campo, andare in posti chiave per la tua professione, o approfondire tecnologie creative che ti possono aiutare a migliorare la tua modalità espressiva.

Che carino Dumbo!
Che carino Dumbo!

Il tuo Fantaprogetto è la piuma magica che ti permetterà di volare.

p.s.: il Fantaprogetto è una grandissima scusa anche per scrivere a chiunque dal direttore del MOMA ad un professore accademico, fino all’artigiano sperduto sui monti, nessuno ti dirà mai di no se chiedi aiuto!

Come usare il Fantaprogetto per creare un Mese sabbatico super.

Ok, ora è il momento di fare un po’ di ricerca per far sì che il tuo Fantaprogetto si possa realizzare.

Se ti serve una guida puoi leggere la nostra tecnica della Mappa e del Backplanning, uno strumento veloce per visualizzare e spezzettare in piccoli passi anche i progetti più difficili.

Una volta che ti sei chiarita la roadmap è il momento di parlare del tuo Mese sabbatico con più persone possibili, prima con i tuoi famigliari per verificare gli impegni importanti già fissati, (ovviamente non vogliamo perderci la Cresima del nipote…o forse sì?).

Poi dobbiamo parlarne con i nostri partner e clienti o datori di lavoro.

Se hai un partner il mio consiglio è: sii onesto.
È normale attraversare dei momenti di ricerca e di confusione, condividi questo sentimento e vedrai che non ci saranno problemi, inoltre accordarsi sul periodo è una cosa molto importante e il fatto di aver già fatto il lavoro di check potrebbe addirittura liberare un periodo sabbatico anche per lei/lui.

Inoltre la maggior parte del tempo sarai reperibile, quindi potete anche dividervi le attività in modo che ricadano su di te tutte quelle in remoto, che potrai tranquillamente evadere.

Se sei un libero professionista, evita di mettere scadenze o riunioni durante il tuo periodo sabbatico, spostale al tuo rientro o anticipale.
Se hai scelto il Mese ad almeno 3 mesi di distanza riuscirai tranquillamente a farcela.

E se sono un dipendente?
Ecco qui sotto il Box per te!

Se sei un dipendente

Ci sono diversi livelli di obiezioni che si possono incontrare proponendo una cosa come il Mese sabbatico ai propri capi. Alcune le hai già viste nel Box del Fantaprogetto:

Perdi tempo e ne fai perdere a noi!

L’azienda ha bisogno di te!

Sei un egoista, pensa ai tuoi colleghi!

Ci sono alcune cose che comunque puoi assicurare ai tuoi capi: il primo è il lavorare a distanza, almeno un ora al giorno, e sbrigare comunque le attività che ti verranno richieste.

Puoi anche assicurare di rispondere al telefono, in determinati momenti della giornata, nel caso alcune attività necessitino di una tua decisione immediata.
Quindi proponi sempre un mini-part-time (Una o 2h al giorno decise da te, meglio la mattina), per tranquilizarli del fatto che non li abbandonerai del tutto.

Se hai un contratto serio, diciamo almeno a tempo indeterminato, ti consiglio poi di utilizzare l’aspettativa non retribuita per motivi personali, invece che le tue ferie (è l’equivalente dell’anno sabbatico americano).
Si tratta di un diritto che ogni lavoratore in Italia ha (con obbligo del datore di lavoro di concederlo) immaginato proprio per i momenti di pausa e comunque preservare il posto di lavoro, suona anti-storico e quasi non etico in quest’epoca di disoccupazione e crisi perenne, ma meglio usarlo per fare un mese preventivo di pausa piuttosto che poi doverlo prendere perchè in burn-out o in depressione.

Qui trovi più informazioni sull’aspettativa non retribuita per motivi personali.

Se poi il tuo Capo non vuole concederti nemmeno questa opzione allora puoi sempre utilizzare una parte delle tue ferie, in questo caso ti consiglio di ridurre il mese a tre settimane (due di sabbatico ed una di completo relax).

Cerca poi anche di capire il suo punto di vista, e sii flessibile: se tutti prendessero Mesi sabbatici si troverebbe con un bel problema! Ma sii seria in questa richiesta e scegli di attuare questa tecnica solo se ne senti una profonda necessità.

Cosa cercare nel Mese sabbatico?

La mia risposta è NIENTE.

Il Mese sabbatico funziona bene se non stiamo cercando niente, se non abbiamo obiettivi, se, per una volta, non sappiamo bene perchè lo stiamo facendo.

C’è una notevole dose di irrazionalità in una scelta di questo tipo, o forse semplicemente di istinto.
Questo non significa che non farai niente, anzi, grazie al Fantaprogetto il tuo mese sarà pieno di cose da fare, e non sarà un mese di meditazione in cui ci sediamo davanti al mare e lasciamo che la vita ci scorra addosso: il Mese sabbatico è una piccola correzione di rotta, in cui torniamo a trovare noi stessi attraverso le cose che ci piace fare.

Due sono gli atteggiamenti che possono aiutarti ad ottenere il massimo dal tuo mese: apertura e serendipity.

Apertura: non essere troppo dura con te stessa e con il tuo Fantaprogetto, se si presentano cambi di direzione e alcune cose non riesci a farle, no problem!

Serendipity: -che in italiano non so bene come tradurre, se non come la capacità di prendere le cose come vengono- salvati dei momenti per camminare senza uno scopo, entra in quel posto solo perchè ti ispira, scordati di mangiare, disegna, raccogli cartoline e sassi, prova una cosa nuova al giorno e così via..

E cerca di conoscere più persone possibili, parla con tutti e chiedi sempre informazioni (no Google Maps!).

Perchè non fare il Mese sabbatico in Agosto?

Il Mese sabbatico non è vacanza e non la sostituisce! Scegliere di prendersi un periodo di viaggio attivo non è una pratica rilassante, al contrario, più pieno di impegni sarà il tuo mese meglio sarà.
Scegliere di fare il Mese ad Agosto sarà controproducente principalmente per due motivi:

  • al rientro avrai comunque bisogno di ferie e non sarai pronta per affrontare l’autunno
  • sarà difficilissimo incontrare persone e professionisti perchè anche loro saranno in ferie o difficilmente reperibili.

Luglio, Aprile (con tutte le sue festività) e Ottobre/Novembre in generale funzionano bene, ma dipende molto dal tuo lavoro.

Un’ultima cosa

Anche il Mese sabbatico, come il Weekend sabbatico, va fatto da soli!

Se sei in una relazione stabile o hai famiglia un buon compromesso è concludere il mese con una visita del partner, magari l’ultimo weekend o l’ultima settimana.

Ma più sarai sola meglio sarà, aumenteranno le possibilità di dire sì al caso a mente libera 😉

Un concerto a cui non sarei potuto andare in coppia ;)
Un concerto a cui non sarei potuto andare in coppia 😉

Cosa succederà dopo?

È una domanda difficile, posso dirti cosa è successo a me e che effetti sto vivendo a quasi un anno di distanza dal mio Mese sabbatico.

  1. La tua energia al ritorno sarà altissima!
    Ed è probabile che diverse persone te lo facciano notare 🙂
  2. I racconti delle cose che hai fatto non usciranno tutti insieme, 1 mese in solitaria è tanto tempo e i discorsi e i pensieri saranno talmente tanti e compressi che sarà difficile condividere tutto in una cena o una chiaccherata.
    A me capita di ricordare cose che mi sono state dette dalle persone che ho incontrato, ancora oggi, per caso quando la situazione lo richiede.
  3. Ti vorrai più bene e ogni tanto ti concederai un giorno di pausa strategico per il tuo equilibrio. E riuscirai a trasportare anche nella tua vita professionale un po’ di quella serendipità che si ha solo in vacanza.
  4. Non avrai più voglia di fare Mesi sabbatici, anzi, il tuo focus tornerà ad essere il lavoro al 100% (una cosa molto buona per il tuo capo), ma diventerai un grande ambasciatore del Mese sabbatico e ti verrà naturale parlarne e spingere tutte le persone intorno a te a provarci (questo articolo ne è un bell’esempio: non vedevo l’ora di scriverlo!)
  5. Avrai conosciuto un sacco di persone!
Le 50 persone che ho incontrato in 21 giorni di Mese sabbatico

In sintesi

Il Mese sabbatico è un importante quanto un anno sabbatico e va affrontato seriamente.

Progettalo con cura e soprattutto crea prima di partire il tuo Fantaprogetto, un progetto creativo da fare durante il mese.

Mettiti nei panni degli altri, una cosa come questa fa paura sia ai partner che ai propri capi, sii onesto e flessibile.

Datti 3 mesi di tempo prima di partire e parlane con più persone possibili.

Durante il mese sii aperta e serendipica (!).

Se non ti senti ancora pronta per il Mese sabbatico allora ti consiglio di provare prima con il Weekend, qui lo racconto, anche questo provato sulla mia pelle e super-efficace!

Se invece sei pronta per il Mese, allora ti consiglio di scaricare il PDF che ho creato per creare il Fantaprogetto, unito allo strumento della Mappa, sono convinto ti aiuterà molto!

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E il mio Mese sabbatico com’è stato?

Oltre a conoscere 50 persone ho anche visto 4 procioni, una puzzola e un Falco di mare che pescava, ho fatto surf facendo pace con l’Oceano Pacifico ed ho riso di gusto come non mi capitava da tanto e mi sono fotografato l’aura.

Pare che la macchia bianca sia uno spirito guida..dite ciao a mio Nonno!
Pare che la macchia bianca sia uno spirito guida..dite ciao a mio nonno Melchiorre!

Quando ho iniziato a ragionare sul mio Mese sabbatico era febbraio e non avevo un Fantaprogetto in testa, mi ero orientato più su delle persone che avevo conosciuto e mi sarebbe piaciuto reincontrare, giusto per passare un po’ di tempo con loro.

Erano persone anche professionalmente interessanti con cui sarebbe stato veramente bello poter avere anche delle discussioni di valore, quindi gli incontri sapevo che sarebbero stati anche professionali.

Ascoltando poi il podcast di Tim Ferriss, che ha fatto delle interviste a persone di eccellenza la sua missione di vita, ho iniziato a pensare alla possibilità di fare un podcast, proprio sui temi che mi interessavano, basato sulle interviste che avrei fatto.

Così è nata l’idea di the Playcast, un podcast che parla di giochi urbani, esperienze immersive e tutto quello che ci sta nel mezzo.

Il mio Fantaprogetto era pronto!

E, quasi per caso, aveva già le tre caratteristiche che lo rendevano ideale:
1) Avrei fatto qualcosa che mi avrebbe fatto crescere in termini di conoscenza teorica (intervistare Guru)

2) Avrei imparato a fare domande e a strutturare una intervista, partendo dalla fase di ricerca, la scrittura delle domande e l’intervista dal vivo (conoscenza tecnica)

3) Avrei prodotto un podcast (e l’avrei messo su iTunes), a partire da file audio di interviste, quindi mi sarei scornato con la conoscenza tecnica del farlo (piuttosto dura devo dire!)

4) Avrei messo online un sito web, costringendomi a farlo in autonomia (anche se ho tante persone intorno che potevano aiutarmi in un decimo del tempo) altra conoscenza tecnica

5) Avrei allargato la mia rete di conoscenze, un podcast non può essere fatto di due interviste (che erano gli unici contatti che avevo in testa al momento)

6) Avrei fatto tutto in inglese, per migliorare il mio livello, visto che sono autodidatta e lo parlo malino (e scrivo peggio) > conoscenza teorica.

Quando l’idea del podcast (che non si chiamava ancora the Playcast) si è formata nella mia mente ho fatto due cose:

  • ne ho parlato con chiunque: ricevendo immediatamente consigli, link, libri da leggere ed entusiasmo
  • ne ho scritto ai miei due contatti chiedendo loro se avevano idee di altre persone che potevano essere interessanti

Ne sono nate diverse Skype call che hanno portato a decine e decine di mail a sconosciuti, ore ed ore di ricerca, ulteriori Skype call ed un calendario di appuntamenti che ha fatto si che potessi raccogliere le 11 interviste che hanno creato la prima stagione di the Playcast.

Nonchè un viaggio indimenticabile sulla East Coast 🙂

p.s.: se volete iscrivervi al podcast lo trovate qui oppure su iTunes

Una toppa per bambine ribelli!
Una toppa per bambine ribelli!
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